
I Digirati: fanno buon uso della tecnologia.
Le imprese giudicate pienamente mature dal punto di vista digitale sono quelle capaci di integrare virtuosamente le nuove tecnologie nell’ organizzazione e nei servizi e prodotti: Mobile, APP, portali e piattaforme, CRM, social media e Cloud opportunamente organizzati aumentano i profitti di oltre il 25%, generano il 9% in più di entrate e rivalutano del 10% l’azienda sui mercati finanziari. Il MIT li definisce: Digirati, una nuova “specie” che adotta – ma soprattutto – adatta le nuove tecnologie ai propri obiettivi strategici.
Alcuni focalizzano il processo di trasformazione digitale internamente all’azienda per ottimizzare il workflow management o le community collaborative, piuttosto che il talent o il performance management. Altri si concentrano sull’aumento del grado di digitalizzazione dei propri prodotti e servizi, sulla valorizzazione della user experience o della multicanalità.
Vincono però solo le realtà che condividono, co-creano ed alimentano con i collaboratori la vision digitale. Ciò implica un continuo aggiornamento delle competenze (quindi un adeguato investimento in formazione mirata) e una comunicazione interna efficace, basata su relazioni professionali di qualità e reciprocità, in particolare con le funzioni IT, perno determinante di questa svolta.
Un secondo elemento distintivo tipico dei Digirati riguarda la “focalizzazione”, ovvero la capacità di selezionare con precisione chirurgica gli ambiti di intervento strategici verso i quali convogliare tutti gli investimenti economici, operativi e gestionali, valorizzando punti di forza e tratti distintivi.
Rispetto alle altre categorie individuate dallo studio: Beginners, Conservatives, e Fashionistas, dove quest’ultima risulta aver adottato le tecnologie digitali in modo acritico e velleitario, i Digirati hanno raggiunto livelli di eccellenza non solo economica. I loro primati infatti si rivelano in sei ambiti chiave: customer experience, social media, mobile, customer analytics, e processi di digitalizzazione e collaborazione interna.
Da tecno-mummia a Digirato: il come.
Secondo i ricercatori del MIT, Digirati si diventa. Un primo passo verso l’evoluzione è la piena comprensione dei falsi miti che aleggiano intorno al tema della trasformazione digitale, eccone un sunto:
Mito | Realtà | |
1 | La digitalizzazione riguarda soprattutto la customer experience | Esistono ampie opportunità di miglioramento nell’ambito della produttività e del capitale umano |
2 | La digitalizzazione riguarda soprattutto la tecnologia e le attività B2C | Esistono ampie opportunità di miglioramento in tutti i settori di business |
3 | L’ approccio bottom-up è l’unico adatto alla digitalizzazione | La trasformazione digitale deve essere guidata dall’alto |
4 | Se realizziamo un numero sufficiente di iniziative digitali, ce la faremo! | L’intensità con cui si agisce la trasformazione digitale è il vero parametro- chiave del successo |
5 | La trasformazione digitale accadrà a dispetto dell’approccio dell’IT! | Le relazioni tra le diverse business unit e l’IT sono cruciali per una trasformazione digitale vincente e devono essere ottimizzate. |
6 | L’approccio alla trasformazione digitale è diverso da azienda ad azienda | I leader digitali condividono il medesimo DNA |
7 | Nel nostro settore possiamo aspettare e vedere come va … | Oggi, in ogni realtà ci sono delle eccellenze digitali da cui lasciarsi ispirare |
“No firm is immune from digital transformation” recita la ricerca, fare di questa trasformazione un vantaggio competitivo dipende solo da noi.
SC